SHEMÀ … ASCOLTA – IL GRIDO DELLA NATURA
L’enciclica Laudato Sì, maggio 2015, è il principale contributo che Papa Francesco ha offerto alla comunità internazionale sul problema dello sviluppo sostenibile e della cura del Creato… è il grido della natura che l’Arcivescovo Mons. Battaglia ci invita ad ascoltare.
Nell’Enciclica “Laudato si”, Papa Francesco propone una “ecologia integrale”, che significa ecologia ambientale, economica, sociale, culturale e della vita quotidiana, rendendola un’ecologia umana (LS 138-155). La sua enciclica è il primo documento pontificio che affronta esplicitamente la questione ambientale come questione morale. Una domanda che cerca di trovare la sua risposta proprio nella proposta di una ‘ecologia integrale’ (LS 137-162).
Nella Lettera Pastorale Shemà Israele, Mons. Battaglia ci ricorda che “Ascoltare la natura significa ascoltarla anche dentro di noi”. «Bisogna impegnarsi “affinché la natura sia rispettata, la spazzatura sia più ordinatamente smaltita, la terra non sia inquinata, gli ortaggi e la frutta non siano trattati con pesticidi o quanto un’interessata, più che miope, economia ha inventato per renderli più allettanti e più tossici, come del resto testimonia anche il pesante aumento delle malattie riconducibili ad essa.» – è il contenuto della prima lettera Pastorale, Shemà… Ascolta! Come del resto ha meravigliosamente attestato l’Enciclica che Papa Francesco le ha dedicato, la “Laudato Sì”: essa parla, ci interpella, talora geme, esige risposte, reclama un barlume d’eterno, non rassegnandosi a spegnersi in noi senza protesta e senza pietà.
Ascoltare dunque anche la voce e il silenzio della natura ci renderà più umili e più umani, ci farà riscoprire ogni giorno con tutta la sua bellezza, talora ferita, è vero, anche tutta la sua pietà, oltre che la sua provvidenza.
I sette obiettivi della Laudato: il grido della terra; il grido dei poveri; economia ecologica; adozione di uno stili di vita sostenibili; istruzione ecologica; spiritualità ecologica; resilienza e valorizzazione della comunità, essi ci sfidano a vivere l’ecologia integrale secondo lo spirito dell’enciclica e ci spingono a riflettere su come agiamo in risposta al grido della Terra guidati da una vera spiritualità cristiana, e noi cristiani dobbiamo essere disposti a fare più sforzo per
prenderci cura della terra, anche interrogati da questo momento critico che stiamo vivendo. La pandemia ha mostrato la nostra disponibilità a fare sacrifici – almeno in una certa misura – per proteggerci e proteggere i nostri simili, così dobbiamo mostrare la stessa volontà nel modificare la nostra condotta per proteggere o guarire la terra, quando guarire la terra è un modo per proteggere la salute dell’umanità.
La nostra planetaria casa comune sta cadendo in rovina. La sua salute è a un punto critico senza precedenti e un insieme di interrogativi getta un’ombra sul nostro futuro.
La Casa comune universale
In Genesi si comprende come la nostra “casa comune” la Terra è anche la casa di Dio, perché permeata dallo Spirito di Dio fin dall’alba della creazione, perché è qui che il Figlio di Dio ha piantato la sua tenda nell’evento supremo dell’incarnazione. È in questa casa comune che Dio convive con l’umanità e Dio ce l’ha affidata come amministratori, “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gn 2,15).
Nel Vangelo di Giovanni, nella cacciata dei venditori dal tempio, troviamo due parole che possiamo anche comprendere in riferimento anche alla nostra “comune casa” universale. Gesù le pronunciò mentre scacciava usurai e venditori di pecore e bovini dal tempio di Gerusalemme: “Smettetela di fare della casa del Padre mio un mercato! E, lo zelo per la tua casa mi consuma”.
È questa casa comune a noi e a Dio, oggi è spogliata e profanata. La crisi ecologica contemporanea, infatti, mette a nudo proprio la nostra incapacità di percepire il mondo fisico come impregnato di presenza divina. Abbiamo scambiato l’alta visione del mondo fisico che è la dimora di Dio, santificata dall’incarnazione di Suo Figlio, con la prospettiva del profitto, la creazione e l’ambiente sono feriti dalla logica dell’interesse, la nostra casa comune soffre di uno sfruttamento distorto dei beni della terra.
Di conseguenza, abbiamo ridotto il mondo fisico a un mero magazzino di risorse per il consumo umano, a un insieme di beni materiali per la speculazione di mercato. Abbiamo trasformato questa sacra dimora in un mercato.
A causa dell’inquinamento della terra, dell’aria e dell’acqua, abbiamo degradato la nostra casa comune che è anche la casa di Dio. In questa situazione di emergenza planetaria, dobbiamo infiammarci ancora una volta dello zelo per la nostra casa comune. Questo è precisamente quanto chiede il Primo Obiettivo della Laudato Sì: ‘nostra sorella Terra’ protesta perché si sente ‘oppressa e devastata’. Questo grido è ‘una sfida urgente per proteggere la nostra casa comune’. È un appello ‘a cercare uno sviluppo sostenibile e integrale’ (LS 13 – Lettera Pastorale Arcivescovo di Napoli).
Quali azioni possiamo intraprendere per raggiungere questo Primo Obiettivo?
«Tutto è in relazione», «tutto è collegato», «tutto è connesso»: questo è il ritornello che attraversa la Laudato Sì, Enciclica di papa Francesco sulla cura della casa comune per indicarci l’”Ecologia Integrale”
L’ecologia integrale in sei dimensioni: l’ecologia naturale, direttamente collegata alla cura del creato, che chiede di agire per un più corretto utilizzo delle risorse naturali;
l’ecologia economica, che ricorda l’importanza di introdurre comportamenti e scelte orientate a un cambiamento del modello economico basato sullo sfruttamento delle persone e della natura;
l’ecologia sociale, riferito all’attenzione alle persone e alle iniziative di contrasto alla povertà e di supporto alle fasce più deboli della popolazione;
l’ecologia politica, che fa riferimento alla partecipazione attiva e responsabile attraverso una puntuale attività di controllo del potere politico e un effettivo coinvolgimento nelle scelte di sviluppo di un territorio;
l’ecologia culturale, per una profonda azione culturale ed educativa;
l’ecologia umana, la dimensione più intima che interessa la morale e la spiritualità.
Gli obiettivi
1. Nuova relazione con Dio. Avere una relazione personale con Dio significa che dovremmo includere Dio nella vita di tutti i giorni. Dovremmo pregare, leggere la Bibbia e meditare su versi biblici nell’intento di conoscerlo meglio.
2.Nuovo rapporto con le cose: dalla cultura usa e getta alla relazione di utilità, dal consumismo sfrenato al consumo critico, dalla dipendenza all’uso sobrio e etico, dalla cultura usa e getta
3.Nuovo rapporto con le persone: recuperare la ricchezza delle relazioni umane che sono fondamentali per la felicità ed il senso della vita, costruire rapporti interpersonali non violenti e di profondo rispetto della diversità, educare all’alterità non come minaccia ma come ricchezza, superare la solitudine della vita urbana con la bellezza dell’incontro e della convivialità.
4.Nuovo rapporto con la natura: dalla violenza ambientale al rispetto del creato, dalla mercificazione della natura alla relazione con “nostra madre terra”, dall’uso indiscriminato alla responsabilità ambientale.
5.Nuovo rapporto con la mondialità: passare dall’indifferenza sui problemi mondiali alla solidarietà e responsabilità, dalla chiusura e dal fondamentalismo all’apertura e al coinvolgimento, dall’assistenzialismo alla giustizia sociale, dalle tendenze nazionalistiche all’educazione alla mondialità.
I tre livelli e il processo di azione
I nuovi stili di vita non intendono coinvolgere solamente la sfera personale della vita, ma devono allargarsi alla dimensione comunitaria questa attenzione non può essere limitata alle scelte dei singoli, ma deve coinvolgere l’intera comunità ecclesiale, le sue componenti (parrocchie, associazioni, istituti religiosi)
• a livello personale e familiare mediante pratiche e comportamenti quotidiani e possibili;
• a livello comunitario e sociale attraverso scelte e azioni collettive, coraggiose e profetiche, adottate dalle chiese e dai vari settori della società civile;
• a livello istituzionale e sistemico mediante decisioni e delibere politiche (leggi, trattati, concordati, costituzioni…), che obbligano le varie istituzioni socio-economiche e culturali a scelte e cambiamenti strutturali”.
San Francesco, il pellegrino in armonia
Il Cantico di frate sole, dal quale Papa Francesco, ha tratto l’ispirazione e il titolo dell’enciclica sulla «cura della casa comune», è il testo che meglio descrive Francesco d’Assisi come «l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di un’ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità». San Francesco, sostiene il Papa, manifestò un’attenzione particolare verso la creazione di Dio e verso i più poveri e abbandonati. Amava ed era amato per la sua gioia, la sua dedizione generosa, il suo cuore universale. Era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore (LS 10).
Fr. Giambattista Buonamano
Assistente regionale Ofs